venerdì 21 dicembre 2012

Nonna Teresa

Dieci anni fa la nostra nonna Teresa prendeva la via del cielo verso la casa di nostro Padre Signore.
A lei sono legati davvero tanti splendidi ricordi e momenti indimenticabili.
Per ricordarla e visto che scrivo nel blog di mio fratello ne accenno solo uno che potrebbe avere segnato ed illuminato la via al sacerdozio di don Filippo.

Tutte le estati i miei fratelli ed io passavamo un mesetto a Viserba sul mare Adriatico, con la nonna Teresa, la mamma e spesso anche i cugini Luca e Marco.
Tra le altre attività spesso accompagnevamo tutti e 5 la nonna da una famiglia di contadini a comprare la frutta e la verdura. Uno dei contadini era sordo ma aveva imparato a parlare e a leggere le labbra ed era sempre molto allegro. Quando vedeva arrivare la nonna con 5 nipoti subito attaccava sol suo discorso preferito: "almeno uno lo facciamo prete?".
La nonna Teresa ci osservava, sorrideva e forse in cuor suo confidava anche lei che si realizzasse quanto ascoltato.
A proposito della morte di una persona cara ho trovato questo bel pensiero di S. Agostino che faccio mio in questo decimo anniversario:
"Non rattristiamoci di averla persa, ma ringraziamo di averla avuta"
Cari saluti a tutti
Lorenzo

5 commenti:

  1. C’era una volta una donna nata ai primi del ‘900, italiana dell’Emilia, di famiglia della bassa borghesia, il papà socialista cattolico, lei una ragazza molto intelligente da bambina riceve i sacramenti come tutti in Italia. A scuola è molto dotata, diventa la prima geometra donna d’Italia nonostante debba ripetere l’esame due volte, la prima volta era stata bocciata dall’esaminatore solo perché donna. Va sposa ad un uomo ricco di Milano, così ricco da non avere mai frequentato una scuola pubblica e di fatto da non aver mai avuto bisogno di lavorare. Dal matrimonio nascono due bambine belle e sane di cui una assomiglia alla mamma e l’altra al papà. Il marito è un uomo poco avvezzo alla gestione della famiglia e delle figlie, ama le crociere e la bella vita, dopo pochi anni lascia la moglie. Sono gli anni ’50, il dopoguerra italiano.
    La donna si trova sola con due figlie e divorziata, un disonore che la condanna anche e non fare la comunione in Chiesa (all’epoca era così persino per chi veniva abbandonata). Lavora intensamente prima ad un Mulino, in seguito come ragioniera, poi in diversi posti. Fa fatica ma riesce ad educare le figlie e a mandarle a scuola. La vicinanza delle suore la fa riavvicinare alla fede: riscopre la misericordia di Dio senza dimenticare la pratica della carità. Vive in una casa sempre aperta ai poveri tanto che al suo funerale si vedranno comparire molte persone che nemmeno le figlie conoscevano, poveretti memori di aiuti ricevuti in forme discrete e concrete venuti a pregare e a ringraziare per lei. La donna dona il suo tempo libero alle suore per l’educazione delle giovani e per i banchetti missionari, è conosciuta in parrocchia e pian piano stimata dai sacerdoti.
    In mezzo a molte difficoltà economiche arriva il momento in cui le due figlie si sposano con due uomini diversi ma entrambi buoni. Nascono cinque (dico cinque!) nipoti maschi, tutti sani, belli, intelligenti e bravi, un vero dono di Dio! La nonna prega e li affida a Maria Ausiliatrice. Un giorno mentre li porta tutti e cinque all’orto per comprare le verdure un sordomuto di grande fede le dice: “cinque maschi? Almeno uno lo facciamo prete!” E’ una battuta ma l’affetto, la fede ed il desiderio si incrociano in una realtà sola e la donna sogna che qualcuno dei suoi nipoti senta la vocazione. La vita trascorre tra molti fatti dolorosi e molte gioie, tutto vissuto con grande dignità, speranza e quel pizzico di ironia che contraddistingue l’intelligenza.
    Poco prima dei novant’anni, a giugno, mentre la donna è al mare un nipote, il penultimo, che ha diciott’anni le dice: “Nonna se vuoi oggi ti accompagno a Messa”. I due vanno a Messa insieme. Il nipote tiene il braccio della nonna con stima ed orgoglio, è convinto di farle del bene e vuole anche farle una sorpresa che pensa la renderà felice. Fanno la comunione e pregano insieme. La nonna forse sa già quello che deve sentire ma non dice nulla è emozionata come una piccina.
    Tornando dalla Messa il giovane dice:
    -Sai nonna, devo dirti una cosa.
    -Dimmi pure, caro” risponde la nonna.
    -Credo che a settembre entrerò in seminario, ho frequentato i corsi vocazionali, vorrei fare il prete.
    E’ incredibile, le preghiere si sono esaudite, anni di sofferenze, lotte, incomprensioni trovano come significato in un esito inatteso. L’emozione è grandissima e la nonna, con un iniziale accento reggiano, risponde:
    -ma davvero? Sappi che ti avvii per una strada non facile!.
    E dopo poco aggiunge, sapienza dei ghiacciai eterni, del mare infinito, del cielo stellato, semplicità dei bimbi e scioltezza dei poveri:
    -stai attento alle donne, non tutte sono limpide nei pensieri.

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  2. Ecco capite cosa significa volere bene? In mezzo all’emozione più alta, all’attesa della vita, al compimento del desiderio, avere il realismo del destino, presentare di fronte a colui che si ama l’ampiezza della realtà con la sua durezza e la sua bellezza. Non esaltarsi e non deprimersi ma sperare e pregare. Fare festa nel Signore, ricordare la passione, avere imparato che la forma normale della vita cristiana è la croce e che chi dice il contrario dice il falso in un modo o nell’altro. Distanza abissale dal semplicismo del lieto fine hollywoodiano, dal simbolismo impalpabile della new age, concretezza della fede, amore per la carne e la vita.
    La donna si chiamava Teresa e non era Madre della Chiesa e nemmeno la piccola, era mia nonna.
    In fede
    Don Filippo

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    1. Che bello ho conosciuto anche tua nonna!
      Una testimonianza grande!
      Ora capisco cosa c'era dietro il tuo sguardo (domenica 23 dicembre 2012 se non erro) quando mi hai detto che andavi a dir Messa per l'anniversario della morte di tua nonna.
      Se me lo ricordo è perchè mi ha colpito, ma io non la conoscevo e sono rimasta un po' senza parole!!!
      Aggiungo anch'io un pensiero di Sant'Agostino che mi ha accompagnato ed aiutato quando ho perso i miei genitori:
      "Non si perdono mai coloro che si amano perchè possiamo amarli in Cristo"

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  3. Che belle cose...sono senza parole. Grazie della condivisione!

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  4. Bellissimo il ritratto di questa nonna davvero speciale! Emozionante!
    Lei è un sacerdote veramente simpatico, avrei voluto averla nel mio oratorio che frequentavo in gioventu, forse oggi sarei una persona diversa!! Forse!
    Gli incontri cambiano le vite.
    Con affetto.
    Giovanna

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